Stanno facendo il giro del mondo i risultati di una importante ricerca scientifica partita da Bologna, in particolare da un lavoro dell'Ausl e dell'Università che, riassumendo i risultati di due decenni di studi, evidenzia quanto un’alimentazione vegetale, cioè priva di prodotti animali e loro derivati, riduca il rischio di malattie cardiometaboliche, cancro e patologie cardiovascolari. La ricerca, pubblicata sulla rivista PLOS ONE, è stata coordinata dalla Dott.ssa Federica Guaraldi, endocrinologa dell’IRCCS – Istituto delle Scienze Neurologiche dell’Azienda USL di Bologna, e dal Prof. Davide Gori, Istituto di Igiene e Sanità Pubblica, Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna.

Incentrato sulla revisione di 49 metanalisi pubblicate tra il 2000 e il 2023, lo studio scientifico restituisce una panoramica delle evidenze attuali, consolidando i dati delle numerose ricerche su questo tema realizzate negli ultimi due decenni.

“Abbiamo applicato una strategia di ricerca rigorosa, analizzando una grande quantità di informazioni e ottenendo così evidenze solide e precise”, sottolinea il prof. Davide Gori. “I risultati ottenuti sono quindi una risorsa preziosa per ipotizzare misure preventive e formulare consigli alimentari personalizzati, volti a contrastare i principali fattori di rischio coinvolti nello sviluppo di malattie cardiometaboliche e tumori, tema di grande attualità e sfida nell’ambito della sanità pubblica”.

Seguendo un approccio di ‘revisione a ombrello’, l’analisi si è concentrata su studi che coinvolgevano persone di tutte le età, escludendo quelli basati su studi interventistici che utilizzavano diete prive di prodotti animali e loro derivati come terapia per persone con malattie metaboliche, così come di quelli che contemplavano carne, pesce o pollame o loro derivati anche se di tipologia selezionata e/o in piccole quantità, al fine di ridurre l’eterogeneità dei dati.

I risultati, nel complesso, hanno evidenziato che le diete vegetariane e vegane sono significativamente associate a un migliore profilo lipidico, controllo glicemico, peso corporeo, valori pressori, oltre a riduzione degli indici di infiammazione. E’ stata, inoltre, dimostrata una solida associazione con la riduzione del rischio di insorgenza di cardiopatia ischemica e cancro (i dati più numerosi sulle neoplastie gastrointestinali e prostatiche), e di mortalità per malattie cardiovascolari.

Allo stesso tempo, è importante sottolineare come “non è stata evidenziata alcuna differenza nel rischio di sviluppare diabete gestazionale o ipertensione nelle donne in gravidanza che seguivano diete vegetariane rispetto a coloro che seguivano altri regimi alimentari, a fronte di livelli più bassi di zinco, e maggiore rischio di neonati con basso peso”, aggiunge la dott.ssa Federica Guaraldi.

Neol video l'intervista ai due medici bolognesi che hanno coordinato questa ricerca