In uno dei capannoni abbandonati della ex caserma, gli spacciatori avevano creato anche una sorta di covo-bunker, uno stanzone di 80 mq allestito con protezioni e recinzioni artigianali in modo da non fare entrare facilmente le forze dell'ordine, che per accedere hanno chiesto anche l'intervento dei vigili del fuoco. Lo ha scoperto la polizia, in una nuova operazione antidroga nell'area della ex Stamoto di Bologna, vasta area dismessa e abbandonata che da anni è al centro di polemiche perché luogo di degrado e spaccio. L'indagine, coordinata dal Pm Flavio Lazzarini e condotta dalla 4° sezione della squadra Mobile, è stata avviata la scorsa primavera e si è conclusa in questi giorni con l'emissione di sette misure cautelari a carico di altrettanti spacciatori, tutti cittadini marocchini irregolari. I due vertici dell'organizzazione sono finiti in carcere, un terzo soggetto è ai domiciliari, per altri quattro sono stati disposti divieti di dimora a Bologna. Nel corso dell'indagine, che vede in tutto una quindicina di indagati, sono stati eseguiti anche 10 arresti in flagranza e sono stati sequestrati quasi un chilo di cocaina e 30mila euro in contanti. Secondo quanto ricostruito, la clientela (tutta italiana) ordinava lo stupefacente chiamando o scrivendo messaggi Whatsapp su un unico numero di telefono, che faceva riferimento ai 'capi' della banda. Questi ultimi non si occupavano direttamente delle cessioni delle dosi, affidate a vari 'cavalli', che venivano rapidamente sostituiti in caso di arresto da parte delle forze dell'ordine.