E' a Bologna il primo centro accreditato dell'Emilia-Romagna per la riabilitazione dei pazienti con malattia di Parkinson. L'inaugurazione ufficiale sarà il 4 ottobre, ma le porte della struttura sono aperte già dallo scorso maggio. Il Centro, tra i pochissimi in Italia, adotta un approccio multidisciplinare e offre ai pazienti un programma riabilitativo intensivo della durata di 4-8 settimane con il lavoro sinergico di neurologi, fisiatri, fisioterapisti, psichiatri, psicologi, logopedisti, nutrizionisti per gestire al meglio i sintomi della patologia e migliorare la qualità della vita. Tra le attività proposte, anche le sedute di Qi-gong, pittura, danza.

La struttura, di oltre 1000 metri quadrati, si  trova nel complesso di Villa Baruzziana (in via dell'Osservanza) che lo ha finanziato con 4 milioni di euro ed è dedicata a Paolo Baldini, neurologo bolognese che già nel 2015 aveva iniziato a immaginare un luogo che potesse aiutare i malati di Parkinson. "L'obiettivo del nostro Centro è migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie – spiega Vincenzo Neri, case manager e coordinatore sanitario – e grande attenzione infatti viene dedicata al caregiver che qui può trovare anche supporto psicologico".

L'efficacia di questo approccio è confermata da Vilma Travaglio, caregiver, nel 2018 al marito di 58 anni è stato diagnosticato il Parkinson: "Questo progetto è importante perché è una sintesi, qui si trova supporto medico, emotivo, psicologico. La malattia cambia la vita della famiglia totalmente, non deve essere preso in carico solo il paziente, ma tutti".

In Italia, le persone affette da Parkinson sono circa 250 mila, con 15 mila nuovi casi l'anno. In Emilia-Romagna si stimano circa 8 mila malati e 500 nuove diagnosi l'anno (dati 2021 Ausl di Bologna). Le prestazioni sanitarie al Centro Baldini vengono svolte in collaborazione con la cooperativa sociale Società Dolce che fa rete assieme a Villa Baruzziana all'interno del Consorzio Ospedaliero Colibrì. "E' in corso la trattativa, già avanzata, con l'Ausl di Bologna per inserire il nostro centro nel Percorso diagnostico terapeutico dell'azienda sanitaria – spiega il dottor Neri – così che i pazienti possano essere inviati da noi direttamente dai fisiatri territoriali. Ad oggi, molti si devono rivolgere a strutture simili (ma con ricovero) in Veneto e in Lombardia.". A regime, potranno essere presi in carico circa 20 pazienti al mese, 200-220 all'anno.

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