Una lente di ingrandimento a colori vivaci che crea storie partendo dalla realtà e che cattura momenti autentici e spesso eccentrici della vita quotidiana cogliendo l'essenza di un luogo o di una situazione attraverso la ricerca del dettaglio perfetto, che offre una prospettiva unica e spesso provocatoria della società contemporanea. Martin Parr (classe 1952) – senz’altro uno dei fotografi documentaristi britannici più affermati e riconosciuti del nostro tempo – sceglie il Museo Civico Archeologico di Bologna per presentare il progetto espositivo 'Short & Sweet', da lui direttamente curato. Fino al 6 Gennaio la mostra vede oltre 60 fotografie selezionate dall'autore appositamente per questo progetto e affiancate alle immagini della serie Common Sense, che lo ha reso famoso, per ripercorrere, anche attraverso una intervista inedita a cura della storica e critica della fotografia Roberta Valtorta, la carriera di uno dei più famosi fotografi della nostra epoca. Il percorso espositivo si apre ‘in bianco e nero’, con la serie 'The Non-Conformists', immagini scattate dal 1975 al 1980 da un inedito, giovane e ispirato Parr, appena terminata la scuola d’arte. Per questo progetto, l’autore si muove verso le periferie dello Yorkshire. Per cinque anni Martin fotografa sia l'ambiente circostante che le vite dei colletti blu di operai, minatori, agricoltori, devoti, guardiacaccia, allevatori di piccioni e “mariti presi per il naso”, tratteggiando il carattere ferocemente indipendente dell’Inghilterra settentrionale dall’anglicismo di Stato. La mostra prosegue con l’ultimo progetto in bianco e nero 'Bad Weather', con cui Parr si getta sotto le tipiche condizioni meteorologiche inglesi: acquazzoni, pioggerelline, tempeste di neve, con espressioni e reazioni delle persone che vivono costantemente sopportando temperature pungenti e clima uggioso. Parr, in questo modo, rivolge lo sguardo all’umanità piuttosto che all’iconico e ben noto paesaggio britannico. Il primo progetto a colori è 'The Last Resort', probabilmente il suo lavoro più famoso, reportage amaramente ironico condotto sulle spiagge di Brighton, nella metà degli anni Ottanta, ovvero in un periodo di profondo declino economico in cui versava il nord-ovest dell'Inghilterra, un reportage spietato e lucido sulla fine di un mondo (quello operaio) e dei suoi valori, con l'avvento di una nuova concezione consumistica della vita, la decadenza della società del benessere e del consumo. Questo e molto altro nella mostra di Martin Parr fino al 6 gennaio al Museo civico Archelogico di Bologna.