Nove lavoratori erano impiegati, completamente in nero, negli stand gastronomici di una storica fiera dell’hinterland bolognese. Altri undici sono stati trovati, nel giorno di Ferragosto, a lavorare fra le cucine e i tavoli di un agriturismo e di una trattoria, sempre nei dintorni di Bologna e anch’essi senza alcun contratto regolare. La guardia di finanza non si è riposata e anzi, proprio in queste settimane agostane, ha disposto un rafforzamento dei servizi di prevenzione e contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria, in particolare a Bologna, meta di un sempre più elevato numero di turisti.
In particolare, soltanto dall’inizio del mese, nell’ambito di controlli mirati nei confronti di alcune attività commerciali nel settore della ristorazione, sono stati individuati 20 lavoratori “in nero”, quasi tutti italiani.
Gli interventi non sono stati fatti a caso, ma sono stati preceduti da un’accurata analisi da parte dei militari del 1° Nucleo Operativo Metropolitano delle informazioni presenti nelle banche dati a disposizione della Finanza, per la selezione delle attività da controllare, tenuto anche conto degli eventi che caratterizzano il territorio bolognese nel periodo estivo .
I primi riscontri -spiegano le fiamme gialle- sono emersi durante lo svolgimento di una importante fiera che si svolge in provincia, dove sono stati scoperti 9 lavoratori “in nero” impiegati negli stand gastronomici.
A Ferragosto poi i controlli hanno interessato le tante attività di ristorazione presenti sul territorio e hanno portato alla scoperta di ulteriori 11 lavoratori “in nero”, in un agriturismo e in una trattoria
Le violazioni accertate comportano per i responsabili una “maxi-sanzione”, che va da un minimo di € 1.950 ad un massimo di € 11.700 per ciascun lavoratore “in nero”. Oltre a questo, la segnalazione all’Ispettorato d’Area Metropolitana di Bologna per il relativo provvedimento di sospensione delle attività imprenditoriali, fino a quando i lavoratori non saranno messi in regola.
Questi controlli -precisa ancora la Finanza- rispondono all’esigenza di contrastare il fenomeno del lavoro “nero”, che non solo sottrae risorse all’Erario, ma danneggia anche gli imprenditori onesti.