Sarà anche squadra ostica e praticante anticalcio in lungo e in largo ma l’Udinese scesa in campo al Dall’Ara è parsa compagine di livello davvero basso. Tutta pantomime, perdite di tempo, falli e sceneggiate varie. Ciò detto, il Bologna ha creato molto e concretizzato poco, se non un calcio di rigore di Orsolini che è stato il migliore in campo. Tre le occasioni facili fallite da Ndoye, imprendibile sulla fascia ma che davanti al portiere continua a sciabattare di brutto. Dieci minuti dopo il gol dell’Orso, in pratica nella prima occasione in cui è entrata in area, oltre la metà del secondo tempo, l’Udinese usufruisce di un rigore parato alla grande da Skorupski. Nel successivo calcio d’angolo, dormita a metà dello stesso portiere polacco assieme a Posch e gol di testa di Giannetti. L’Udinese tira su azione verso la porta bolognese una sola volta nei 90 minuti più (scarso) recupero e pareggia. Almeno 7-8 le nitide occasioni da rete per i rossoblù. Garra frenetica di Castro, un po’ confusionario, bene Erlic, fanno il loro esordio anche Dallinga, Miranda (uno che i cross pare li sappia fare finalmente) e Cambiaghi. Alla fine il Dall’Ara applaude Italiano ed i suoi uomini. Male la direzione arbitrale di Maria Ferreri Caputi che avrebbe dovuto cercare di limitare da subito, magari con qualche giallo, la propensione di squadre come l’Udinese a fare dell’interruzione del gioco d’altrui una sorta di dogma assoluto. Non che le squadre più scarse non ne abbiano diritto ma l’arbitro sarebbe lì anche per quello. Sugli spalri del Dall’Ara c’erano circa 26 mila e 500 persone paganti. Che magari avrebbero voluto vedere due squadre giocare a calcio, non solo una.