Fondazione Carisbo e Comune di Bologna hanno firmato il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio, siglando così l'impegno "per la valorizzazione del Museo e la definizione di nuove progettualità culturali a beneficio della comunità". Un appello a non chiudere il Museo della Storia della Città ("costituirebbe un vulnus insanabile al prestigio culturale di Bologna") era giunto due mesi fa dall'Accademia delle Scienze, che aveva definito "scelta incongrua il ventilato utilizzo per il Museo Morandi", mentre le parenti del pittore si erano dette soddisfatte per la scelta di Palazzo Pepoli, "edificio storico e prestigioso". Il Museo dedicato alla storia, alla cultura e alle trasformazioni di Bologna, dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni, è attualmente "temporaneamente chiuso per un guasto tecnico" – si legge sul sito di Genus Bononiae – e "riaprirà il prima possibile". Con questa operazione "il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – afferma il sindaco Matteo Lepore – Lavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi, un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l'esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso". La firma, aggiunge la presidente della Fondazione, Patrizia Pasini, "segna l'avvio della fase operativa che condurrà all'apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell'ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo". La custodia sarà affidata alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all'apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo sarà monitorato da un Comitato formato dal Comune e dalla Fondazione, insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.