Enrico morì di freddo nel parco dei Trecento Scalini

Sarebbe morto di freddo Enrico Viggi, 47enne trovato cadavere il 14 marzo nel parco dei Trecento Scalini, sui colli di Bologna, dopo settimane di ricerche e dopo che il fratello Fabio ne aveva denunciato la scomparsa ai primi di febbraio, lanciando un appello sui social e alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’.

La consulenza medico legale affidata dalla Procura al dottor Paolo Fais ha concluso per morte dovuta a ipotermia. Nonostante la positività ad antidepressivi e alcol, la relazione esclude un esito letale per intossicazione, dal momento che le quantità di sostanze non erano tali da provocare il decesso, ma avrebbero favorito l’ipotermia. A tre settimane di distanza dalla scoperta del cadavere, da parte di un passante, era stato trovato il giubbotto del 47enne, buttato fra gli arbusti in una zona impervia dello stesso parco. Sempre nel parco, a circa 300 metri, il giorno di Pasqua era stata trovata anche la bicicletta di Enrico. Secondo l’autopsia, il decesso è contestuale al periodo di scomparsa: la permanenza in ambiente freddo di una persona con abbigliamento inadeguato ha condotto alla morte nell’arco di alcune ore. Sul cadavere, in avanzato stato di decomposizione, non c’erano traumi. Il medico legale ritiene più probabile l’ipotesi di un suicidio di una persona con problemi psichiatrici e con una storia di tossicodipendenza. La Procura (pm Elena Caruso) ha un fascicolo aperto contro ignoti e dovrà svolgere le proprie valutazioni.

La famiglia di Viggi, che dall’inizio della vicenda chiede di fare verità sulla morte, è assistita dall’avvocata Barbara Iannuccelli.

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