Secondo la ricostruzione fatta dal Gip di Bologna, Domenico Truppa, quando Sofia Stefani arriva al comando della polizia locale di Anzola, Giampiero Gualandi ha “già in mente l’omicidio”. Secondo il giudice, che sabato ha disposto la custodia cautelare in carcere per Gualandi, tra i due sarebbe iniziata una discussione e l’ex vigilessa avrebbe insistito a voler continuare il rapporto. Allora, Gualandi, “esasperato”, ha impugnato la pistola l’ha puntata all’indirizzo della donna e ha premuto il grilletto. Poi, consapevole di quello che aveva fatto e di dover dare una versione alternativa, si è attivato per chiamare il 118 e “simulare una tragica fatalità”. La ricostruzione del giudice viene fatta “sulla base degli atti a disposizione” di quanto avvenuto il 16 maggio: non sarebbe stato, a suo avviso, un incidente come sostenuto dall’indagato nell’interrogatorio. Quel giorno, infatti, l’ex comandante della polizia locale è arrivato in ufficio, sapendo bene che stava per arrivare anche Stefani, la ex collega di quasi 30 anni più giovane di lui e che non accettava di concludere la relazione. Gualandi, dunque, ha ritirato l’arma dall’armeria e recuperato la scatola per la pulizia poi ritrovata sulla scrivania per predisporre una linea di difesa sul motivo della presenza della pistola (manutenzione e pulizia)