Omicidio Anzola, Giampiero Gualandi resta in carcere

“Il mio assistito è sicuramente provato per la tragedia che è successa”, a dirlo è l’avvocato Claudio Benenati, difensore di Giampiero Gualandi, che ha commentato la decisione del gip del tribunale di Bologna Domenico Truppa di disporre la custodia cautelare in carcere per il 62enne ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, 33 anni, ex vigilessa. All’esito dell’udienza e dell’interrogatorio, il giudice ha quindi accolto la richiesta della Procura, che coordina le indagini dei carabinieri, ravvisando la gravità degli indizi a carico dell’indagato. Il fermo non è stato convalidato, perché non è stato ritenuto sussistente il pericolo di fuga. Ma è stata comunque valutata l’esigenza cautelare. “Secondo il giudice sussistono gravi indizi e ha disposto la custodia cautelare in carcere, pur non convalidando il fermo. Non siamo d’accordo e faremo ricorso di riesame al tribunale della Libertà”, commenta ancora l’avvocato Claudio Benenati.

Nessuna volontà di uccidere, ma un tragico incidente: un colpo di pistola partito per errore durante una colluttazione nell’ufficio. L’ex comandante della polizia locale di Anzola Giampiero Gualandi, indagato per l’omicidio di Sofia Stefani, 33enne ex vigilessa, ha risposto per circa un’ora e mezza alle domande del giudice, confermando la versione già data nelle dichiarazioni di giovedì sera: la donna e il suo assistito avevano avuto una relazione che lei voleva portare avanti, lui invece voleva troncare. Giovedì lei è andata nel suo ufficio, lui aveva con sé la pistola d’ordinanza che stava pulendo, c’è stata la colluttazione e il colpo sparato. “Tutto è durato tre minuti” ha dichiarato il difensore, avvocato Claudio Benenati, spiegando che nel capo di imputazione è contestato che la povera Sofia, a cui dobbiamo tutti portare rispetto, non accettava la fine della relazione ed era molto arrabbiata rispetto a questa cosa. Per la difesa dunque, “non è stato un gesto intenzionale”. In questa situazione “la responsabilità per l’omicidio colposo è fuori discussione, il problema è l’intenzionalità, anche da un punto di vista logico”, ha detto ancora l’avvocato di Gualandi. “Lui non sapeva che lei stesse arrivando, è arrivata all’improvviso, facciamo tutti gli accertamenti tecnici, la perizia balistica, ma non diamo per assodato e per certo che qui siamo di fronte ad un omicidio volontario”.