Pakistano ricercato da 3 anni arrestato a Manchester dalla polizia di Bologna

La Polizia italiana ha catturato a Manchester, in Gran Bretagna, un cittadino pakistano di 46 anni che deve scontare una pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione per reati connessi al favoreggiamento e allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, risalgono al 2013, nell’ambito dell’operazione ‘Pizza Travel’ nella quale furono coinvolti altre 8 persone, tutti condannati per fatti analoghi con sentenze definitive.

Il 46enne era ricercato da tre anni: alla sua individuazione a Manchester gli investigatori sono arrivati grazie al lavoro della sezione Criminalità Straniera della squadra Mobile di Bologna e della sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (SISCO), coordinata dal Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia.

L’uomo è stato rintracciato venerdì scorso e tratto in arresto dall’Interpol, in esecuzione di un mandato di cattura emesso nei suoi confronti dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna. Secondo l’accusa, il ricercato era a capo di un’associazione per delinquere finalizzata a consentire l’ingresso e la permanenza sul territorio italiano di cittadini pakistani irregolari, che venivano reclutati nel loro paese d’origine e trasferiti in Italia, in particolare a Bologna dove veniva fornito loro alloggio con l’obiettivo di impiegarli presso esercizi commerciali e pizzerie d’asporto. L’organizzazione si adoperava per ottenere la loro regolarizzazione attraverso domande di emersione o di sanatoria compilate con dati fasulli, anche grazie alla compiacenza di alcuni datori di lavoro italiani e stranieri, che simulavano fittizie assunzioni, garantendo così la documentazione necessaria a regolarizzare la permanenza in Italia. Queste operazioni illecite avvenivano a seguito del pagamento da parte dei cittadini irregolari di cospicue somme di denaro, fino a 10.000 euro, sia in territorio italiano sia in territorio pakistano. Il 46enne, ritenuto a capo dell’organizzazione, sarà trasferito dalla Gran Bretagna in Italia nelle prossime settimane, per scontare la propria condanna definitiva.