“Non accettiamo lezioni, in particolare da una destra di governo che quotidianamente utilizza le istituzioni democratiche per tornaconti di partito e per promuovere una chiara e mirata strategia della tensione, fatta di dichiarazioni volgari, strumentalizzazioni continue, mancanza di leale collaborazione tra istituzioni stesse”. È un passaggio di una lunga dichiarazione del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sulle polemiche a proposito del corteo di studenti ieri in città (dove sono stati bruciati fogli coi volti di Giorgia Meloni, Enrico Letta, Matteo Salvini e Benjamin Netanyahu e sono state imbrattate le pareti della Prefettura). “Bene ha fatto il Presidente della Repubblica Mattarella a richiamarci tutti alla gravità del momento – afferma Lepore – e all’importanza di esercitare i nostri ruoli istituzionali dando l’esempio, per abbassare la tensione invece che acuirla, per ascoltare prima ancora che imporre con la forza. Purtroppo, non mi pare che molti esponenti politici del governo abbiano accolto con favore il suo alto monito. A Bologna, importanti esponenti di destra, di governo e parlamento, passano le proprie giornate a lanciare strali nascondendosi dentro i palazzi del potere che temporaneamente gestiscono. Passano il tempo a invocare e blandire ipocritamente le forze dell’ordine, che invece hanno abbandonato prive di mezzi, prive di uomini, prive di stipendi e di alloggi dignitosi”. “Come Sindaco di Bologna ringrazio gli uomini e le donne che indossano la divisa nella nostra città perché stanno svolgendo con professionalità il loro lavoro, come nella giornata di ieri. A loro va la mia vicinanza, a partire dal dirigente della Digos Antonio Marotta colpito” da vernice. “Da oltre un anno chiedo al Governo di riconoscere concretamente questo sforzo, ma per ora sono rimasto inascoltato. Ecco: si supporti e si riconosca il loro lavoro invece di fare proclami e dare lezioni. Bologna è e resterà una città democratica e indipendente, dove la libertà di manifestare deve essere garantita a tutte e tutti”.