Niente domiciliari per Giampaolo Amato

Niente domiciliari, almeno per il momento, per Giampaolo Amato, il medico bolognese indagato per duplice omicidio: quello della moglie Isabella Linsalata (anche lei medico) e anche quello della suocera Giulia Tateo, decedute entrambe a ottobre 2021. Nell’ultima udienza in tribunale, conclusa con il rinvio a giudizio dell’uomo che andrà a processo dal prossimo 6 marzo, Amato aveva chiesto una attenuazione della misura, cautelare passando dal carcere ai domiciliari.

Questa richiesta -spiega l’avvocato Cesarina Mitaritonna che difende il medico insieme al collega Gianluigi Lebro, è stata dichiarata inammissibile per un motivo procedurale, cioè l’omessa comunicazione prevista da Codice Rosso alle parti offese. Lo stesso legale spiega di non condividere questa impostazione, perché le parti offese erano presenti all’udienza attraverso i legali costituiti parte civile, mentre i figli di Amato non si sono mai muniti di difensore e non si sono costituiti nei confronti  del padre. “E’ molto provato ma è innocente -aveva detto l’avvocata uscendo dal tribunale- ci vediamo a marzo in Corte d’Assise e ci difenderemo nel modo più totale”.