A un quadro elettrico che si trova a ridosso di alcuni ripetitori in un'area (teoricamente non accessibile) in viale Felsina, qualcuno aveva attaccato accumulatori portatili per ricaricare, a sbafo, telefoni cellulari. Siamo a due passi dalla ex Stamoto, la caserma da molto tempo dismessa che, da altrettanto tempo, è diventata un luogo di degrado e di spaccio, teatro di innumerevoli interventi delle forze dell'ordine, per allontanare occupanti abusivi dagli edifici abbandonati, arrestare pusher e sequestrare droga, nascosta negli anfratti all'interno dell'enorme area, vasta più di 130 mila mq tra le vie del Parco, Castelmerlo e Felsina.

E' di oggi l'ennesimo dei controlli straordinari che la polizia periodicamente svolge all'interno e intorno a questi spazi, a supporto del Comune e dell'Esercito. Tra gli ultimi interventi, c'è stata anche la chiusura e messa in sicurezza di un accesso che, a quanto pare, veniva utilizzato da alcuni spacciatori per entrare in zone interdette e svolgere attività illecite, spesso viste e segnalate dai cittadini che abitano nei paraggi: dall'utilizzo di una fontana come nascondiglio per le dosi di stupefacenti, agli allacci abusivi al contatore Enel per ricaricare i cellulari.

Qualcosa dovrebbe presto cambiare: è di pochi mesi fa la firma di un protocollo d'intesa fra il Comune di Bologna e l'agenzia del Demanio sulle ex caserme in città: la Stamoto verrà ricevuta in permuta dal Comune per realizzare, (in tempi rapidi era stato detto) due parcheggi a uso temporaneo a disposizione dei residenti del Fossolo, mentre in un secondo momento l’intera struttura militare verrà riqualificata per ospitare alloggi per gli studenti, servizi sportivi e culturali e spazi verdi. Per il momento, a tre mesi di distanza dalla firma del protocollo avvenuta a fine maggio, nulla sembra essere successo, anche se va detto che in mezzo c'è stata l'estate.

La difficile situazione in quest'area è da anni oggetto di segnalazioni dei residenti e anche del capogruppo di Forza Italia in Comune, Nicola Stanzani, che già nell'autunno del 2021 richiese una udienza conoscitiva per ottenere risposte alle domande dei cittadini, che da anni chiedono di bonificare e riqualificare quest'area.