Speravano di essere sfuggiti alla giustizia italiana volando in Paraguay, dopo che a fine maggio erano riusciti a non farsi catturare, ma la Guardia di Finanza di Bologna in collaborazione con la Polizia di frontiera e il supporto del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, li ha trovati anche là.

Si tratta di due narcotrafficanti italiani appartenenti ad un'associazione a delinquere ritenuta legata alla 'ndrangheta e ora estradati in Italia, dove su di loro pendeva una misura di custodia cautelare in carcere. Gli arresti sono avvenuti nell'ambito di una complessa operazione, diretta da Roberto Ceroni della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bologna, con il coordinamento della Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Le indagini sono durate oltre due anni e hanno portato al sequestro di 43 chili di cocaina e 44 chili di hashish, ma anche di quasi 10mila prodotti contraffatti, oltre 900.000 euro in contanti e all'arresto, in flagranza di reato, di quattro italiani. Complessivamente era stata data esecuzione a 42 misure cautelari personali e al sequestro di oltre 40 immobili e terreni (di cui 29 in Emilia-Romagna e 13 in Calabria), oltre a auto e moto, beni di lusso, 44 rapporti bancari per un valore complessivo stimato di oltre 50 milioni di euro. I due narcotrafficanti sono stati individuati in Paraguay ed arrestati dalle forze dell'ordine locali assieme ad un brasiliano e ad un paraguaiano, poi trasferiti in Spagna a metà luglio.

"Grazie all'attivazione dei canali di cooperazione giudiziaria e di Polizia in ambito europeo -spiega la finanza- il procedimento di estradizione è stato definito in tempi brevissimi e, dopo un mese dalla presa in consegna da parte della Polizia spagnola, gli indagati sono stati reimpatriati in Italia