Una giovane detenuta di 29 anni, che si trovava reclusa nel carcere bolognese della Dozza, è morta, mercoledì, all'ospedale Maggiore dove era ricoverata da qualche giorno dopo un malore accusato in carcere. La madre ha presentato una denuncia e la procura ha disposto l'autopsia per far luce sulla vicenda. Patricia Bonora Mos, nata in Romania nel 1994 e residente a Piacenza, era da qualche mese alla Dozza per piccoli reati. Il 12 agosto è stata ricoverata d'urgenza all'ospedale, a causa di un malore accusato dopo aver mangiato della carne. La madre riferisce di aver avuto pareri discordanti dai medici, fino alla comunicazione di un peggioramento, martedì, poi è arrivata la notizia della morte, avvenuta mercoledì. Così la donna ha deciso di presentare denuncia per capire meglio cos'è successo.
"La madre – dice all'Ansa l'avvocato Valter Vernetti che assiste la famiglia – è comprensibilmente sconvolta per la perdita della giovane figlia. Da parte nostra non c'è ovviamente nessuna intenzione di accusare o dare la colpa a qualcuno. Si vuole solo capire cosa è successo fra il carcere e l'ospedale dove questa giovane ragazza è morta".
L'Azienda Usl di Bologna esprime le condoglianze e la vicinanza alla famiglia della giovane e fa sapere di avere richiesto fin da subito l'autopsia per sciogliere quesiti diagnostici che possono essere legati a problematiche tossiche e/o infettive, anche alla luce dei tempi di risposta necessari per gli esami richiesti. L'esame autoptico dovrebbe essere svolto nei prossimi giorni e potrebbe fornire indicazioni importanti per ricostruire gli ultimi giorni di vita della ragazza
In attesa di venga fatta chiarezza su questo decesso, nel carcere di Bologna (come in tanti altri penitenziari italiani) restano diversi i problemi: dalla carenza di personale della polizia penitenziaria al sovraffollamento. Attualmente si parla di punte di oltre ottocento detenuti, in una struttura che al massimo delle capacità ne potrebbe contenere a malapena 500. Questa emergenza si sovrappone, in questi giorni in particolare, al caldo estremo che ha reso ancora più problematica la condizione dei detenuti, dato che la Dozza non è dotata di condizionatori d'aria nelle celle, come ha recentemente ricordato il garante per i diritti delle persone private della libertà personale di Bologna.
Il Governo, ha spiegato dopo una recente visita alla Dozza il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, sta affrontando il problema su diversi binari: l’incremento degli organici della Polizia Penitenziaria, con l'arrivo già dai primi di agosto di una decina di agenti in più, l'acquisto di nuove dotazioni per gli stessi poliziotti e gli interventi di edilizia penitenziaria, sempre per arginare il sovraffollamento.