“Non so se c’è un’incapacità di questo centrodestra a dare risposte, o se c’è piuttosto una volontà di umiliare i territori dell’Emilia-Romagna per ragioni politiche”. A lanciare l’attacco al governo è il capo di gabinetto della Città metropolitana di Bologna, Sergio Lo Giudice, che è tornato a commentare l’esclusione di diversi comuni e zone del Bolognese, interessati dalle alluvioni del maggio scorso, dai benefici del cosiddetto ‘decreto alluvione’. Per Lo Giudice tutto questo “è inaccettabile e preoccupante: la decisione del Governo di non inserire la lista aggiornata dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali, pur avendo la possibilità di farlo, significa che c’è stato un atteggiamento sprezzante nei confronti del lavoro che stanno facendo gli enti locali per dare una mano alla ricostruzione”. Lo Giudice ha parlato in mattinata in un incontro con i cronisti convocato, insieme all’assessora al Commercio Luisa Guidone, in via Saffi, la strada bolognese che per due volte è stata allagata dall’esondazione del torrente Ravone e che è anch’essa esclusa dalla lista delle zone interessante dalle misure. “Il fatto che il Governo abbia deciso di non inserire la lista aggiornata dei Comuni colpiti dagli eventi alluvionali, pur avendo la possibilità di farlo – ha aggiunto – significa che c’è stato un comportamento sprezzante nei confronti del lavoro che stanno facendo gli enti locali per dare una mano alla ricostruzione”. Oltre a via Saffi, Lo Giudice ha citato la frana che il 17 maggio colpì l’abitato delle Ganzole, a Sasso Marconi, dove furono distrutti una trattoria e altre aziende. Anche quei territori sono stati esclusi dal decreto. “Noi continuiamo a chiedere che quell’elenco venga modificato – ha concluso il capo di Gabinetto della Città metropolitana – loro ci hanno risposto che il decreto si può modificare fra due mesi. Se possono farlo, lo facciano domattina, perché se lo faranno tra due mesi non avrà più senso. Valuteremo se fare qualche protesta, ma sicuramente non staremo zitti”.

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