Erano tutti in centro storico, anche a ridosso di Piazza Maggiore, i circa venti appartamenti che venivano affittati a turisti da una società che dichiarava al fisco solo una minima parte di quanto ricavava. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Bologna, nel corso di una specifica attività di controllo sulle strutture extra-alberghiere (B&B, affittacamere e locazioni brevi), presenti sulle principali piattaforme di prenotazione on-line. Proprio da un'analisi di questi annunci sono partiti gli accertamenti delle Fiamme Gialle, che hanno poi incrociato i dati con quelli fiscali. Negli ultimi quattro anni, compreso il periodo della pandemia, i ricavi non dichiarati dalla società ammontano a circa 800mila euro, che sono stati recuperati a tassazione. Secondo quanto ricostruito, la società bolognese finita al centro della verifica stipulava contratti di locazione con diversi proprietari di immobili, con la possibilità, prevista contrattualmente, di subaffittare gli appartamenti ad uso turistico. Si trattava quasi sempre affitti brevi, di tre-quattro giorni, destinati prevalentemente a un pubblico di stranieri. In molti casi, i padroni di casa erano all'oscuro del meccanismo di evasione fiscale messo in atto dalla società, ma su questi aspetti gli accertamenti sono ancora in corso. L’attività della Guardia di Finanza, oltre a contrastare l’evasione fiscale, è anche finalizzata a monitorare più in generale il mercato delle locazioni immobiliari a breve e lungo termine, in un contesto particolare, come quello di Bologna, dove stanze e appartamenti in affitto sono sempre più difficili da trovare per chi ne ha bisogno per ragioni di studio o di lavoro.