Il Governo si appresta a varare un decreto di stanziamento dei primi 100 milioni per l’emergenza alluvione che sta ancora affliggendo l’Emilia Romagna, “raschiando il fondo del barile” come s’è lasciato sfuggire la Premier Meloni prima della seduta del Consiglio dei Ministri. 100 milioni per la gestione della cosiddetta Fase 1 ad allerta ancora calda, 23 mila ancora sfollati, rischio nuove esondazioni in pianura e frane in montagna, scuole ancora chiuse in Romagna, insomma in una situazione che resta in piena criticità. Sarebbero almeno un centinaio i comuni della regione toccati dal disastro ed oltre alle urgenze immediate, ovvero la mera sussistenza ed il ripristino dell’abitabilità di molto edifici, strada comunque ancora lunga, restano sul campo molti nodi. Certa la sospensione dei versamenti contributivi e tributari per i cittadini alluvionati almeno fino a ottobre-novembre mentre la sospensione degli eventuali mutui sarà oggetto di un accordo coi privati, con l’Abi in particolare, l’Associazione bancaria italiana, poi ci saranno da prevedere coi sindacati gli ammortizzatori sociali per le imprese e le ditte finite sott’acqua, in particolare è il settore agricolo il più colpito. Per non parlare dell’organizzazione della continuità didattica per molti scolari con l’ufficio scolastico che ha già fatto sapere che la validità dell’anno scolastico, vista la situazione di emergenza, non sarà pregiudicata. Prima di entrare nella Fase 2, quella che dovrà prevedere stanziamenti ancora più corposi, si dovrà attendere la fine della conta dei danni che si annuncia nell’ordine dei miliardi di euro, cifre impressionanti. Ed allora si accederà al Fondo di solidarietà europea come già avvenuto 11 anni fa per il terremoto che colpì le stesse zone oggi allagate e nuovamente devastate