Un uomo diviso tra la volontà di non far soffrire i propri familiari, i due figli in particolare, e il desiderio di vivere liberamente la storia con la giovane amante, che ben presto però interromperà la relazione, sempre più spaventata dai suoi comportamenti. Così viene descritto dagli inquirenti Giampaolo Amato, il medico 64enne arrestato sabato scorso a Bologna per l'omicidio della moglie, la 62enne Isabella Linsalata, anche lei medico, deceduta a ottobre 2021 nel suo appartamento in via Bianconi, dove c'è anche lo studio del marito. Dalle indagini è emerso che la donna sospettava da tempo che lui le facesse bere tisane o bicchieri di vino con dentro sedativi, ma non lo aveva mai denunciato per proteggere i figli, confidandosi solo con la sorella e alcune amiche. La stessa sorella che ha conservato per tre anni una bottiglia, dove c'erano ancora tracce delle stesse benzodiazepine trovate poi nel corpo della vittima. Alle amiche più strette Isabella aveva espresso il sospetto che il marito le stesse somministrando sostanze tossiche, anche se non immaginava che avrebbe potuto davvero ucciderla in quel modo. Le azioni e le parole di queste tre donne non sono bastate a salvare la dottoressa Linsalata, ma ora costituiscono indizi pesanti a carico del marito. Prove raccolte "a futura memoria", le definisce il Gip Claudio Paris nell'ordinanza che ha fatto finire in carcere il medico 64enne, accusato di omicidio premeditato e ora anche sospeso dal servizio dall'Ausl di Bologna di cui è dipendente. Amato, ex medico della Virtus basket e specialista in Oftalmologia, è accusato di aver avvelenato la coniuge tra il 30 e il 31 ottobre 2021, con sostanze psicotrope forse diluite in una tisana. Con una modalità simile l'uomo potrebbe aver ucciso anche la suocera, Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia. Gli esiti medico-legali su questo secondo caso sono da intendersi "come preliminari e necessitanti di indagini di conferma", evidenzia il Gip, pur segnalando che le analisi sono "risultate positive alle stesse sostanze trovate sul corpo della moglie. Il movente dell'omicidio della ginecologa 62enne per la Procura è legato innanzitutto alla relazione extraconiugale dell'indagato con un'altra donna, una 35enne che aveva conosciuto sul lavoro. Ma non si possono neppure escludere motivi economici: secondo il giudice, Amato avrebbe avuto molto da perdere da un divorzio con la moglie, che disponeva di un "apprezzabile patrimonio immobiliare". Il figlio minore avrebbe riferito alla sorella di avere sentito una telefonata del padre con l’amante, in cui le gridava: «Con tutti i soldi che ti ho già dato». Anche con l'amante tuttavia, una volta morta la moglie, le cose non sono finite bene. A causa dell'indagine che lo ha coinvolto fin dai primi mesi del 2022 il rapporto si era infatti interrotto. Importanti, ai fini dell'indagine, sono alcune telefonate intercettate proprio in quel periodo. Come la conversazione tra la 35enne e un'amica, in cui la donna si chiede se Amato potesse aver davvero assassinato la moglie: "Ma secondo te, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera? Questo riesce ad essere un pazzo furioso".  Più volte la 35enne minacciò Amato di chiamare i carabinieri o di fargli avere una diffida da un legale, per i suoi atteggiamenti persecutori, cosa che poi non fece perché non voleva causargli ulteriori complicazioni nell'indagine in cui era già coinvolto. Una lettera di diffida era invece partita, in precedenza, proprio nei confronti dell'allora amante del medico, da parte della moglie e della figlia maggiore a causa della mole di messaggi provocatori che la donna le avrebbe mandato forse per convincerla a lasciarlo. La 35enne non è indagata, anzi secondo il giudice avrebbe potuto essere a "esposta al rischio di subire una sorte analoga a quella della Linsalata", nel caso avesse deciso di rifarsi una vita dopo la fine della realzione con Amato. Finora l'uomo si è detto estraneo a tutte le accuse,  anche se alcune dichiarazioni rese negli interrogatori mostrerebbero contraddizioni. Ad esempio, a proposito di quella bottiglia 'rubata' dalla cognata, al pm dice di averlo saputo solo dagli inquirenti, ma in un'intercettazione con l'amante ne parla apertamente giorni prima.