Ieri mattina è stato informato dalla preside della sospensione cautelare, poi è uscito per andare a pranzo e non è mai più rientrato. La vita di un professore di 50 anni, in servizio da circa quindici in una scuola media di un Comune della provincia di Bologna, è finita nel cimitero del paese, impiccato a un albero, dove è stato trovato poco più tardi. Il docente era finito al centro di un’indagine della Procura di Ferrara, territorio confinante, per i rapporti con una alunna 12enne, una relazione particolare la cui natura non era stata ancora del tutto chiarita dai carabinieri.
In tanti anni di insegnamento non aveva avuto mai un guaio disciplinare, mai una macchia in carriera, ma alcuni problemi di depressione e fragilità erano conosciuti da chi lavorava con lui. Poi, da alcuni mesi, il professore aveva avviato un dialogo con la ragazzina: messaggi, soprattutto, su tematiche legate a un delicato disagio psicologico, probabilmente vissuto da entrambi.
Una strana relazione tra due persone con tanti anni di differenza, portata avanti prevalentemente via chat e fuori dagli ambienti scolastici, venuta alla luce e finita all’attenzione dei carabinieri alcune settimane fa: la ragazzina un giorno si era allontanata e aveva cercato di raggiungere l’insegnante a casa. Il cinquantenne in quell’occasione non era presente, ma poi, richiamato da un familiare, era arrivato e aveva trovato l’alunna in uno stato di forte difficoltà, tanto che l’aveva accompagnata in un pronto soccorso. Da quella circostanza sono partiti gli accertamenti e un fascicolo è stato aperto dalla Procura ferrarese, che evidentemente ha valutato i messaggi tra i due come meritevoli di approfondimento. Un’indagine di cui, a quanto pare, l’uomo era a conoscenza, ma i cui esiti sono circondati da un fitto riserbo per la delicatezza e per la giovane età della persona coinvolta. Con la morte del prof dovrebbe automaticamente essere archiviata, ma anche su questo gli inquirenti non si sbilanciano.
In ogni caso, dopo l’episodio in cui la ragazzina aveva tentato di raggiungerlo, le condizioni di salute del docente sembravano essere peggiorate e si stavano valutando, anche in ambiente scolastico, misure di sostegno per lui. Ma poi era rientrato a scuola ed è stato a quel punto che avrebbe compiuto due azioni ‘più gravi’, la cui conseguenza è stata la sospensione cautelare, perché avvenute all’interno della scuola:
avrebbe cercato infatti di contattare la ragazzina a scuola, in un modo ritenuto improprio. Da lì sono scattate la segnalazione e il provvedimento dell’ufficio scolastico, notificatogli ieri dalla preside.
Per la vergogna o la disperazione, il prof si è ucciso, con una dinamica che non lascia dubbi, tanto che la Procura di Bologna, competente per territorio, non ha neppure disposto l’autopsia. A scuola, il giorno dopo, con le massime cautele sono stati informati gli studenti di quanto successo, una vicenda che ha scosso il paese. Per la ragazzina coinvolta ora sarà pensato un percorso di tutela e presa in carico.