L’annuncio è arrivato con una storia pubblicata su Instagram che anticipava quello che sarebbe successo alle Rubbiani: scuola occupata per protestare contro la preside, l’intero sistema scolastico, ma anche contro quella che viene definta la poltica guerrafondaia del Governo e contro le morti in mare. L’agitazione studentesca riguarda sia la sede centrale dell’istituto, in via Marconi, sia le succursali, in via Muratori e in viale Vicini.
“L’occupazione non sarà un atto isolato ma rivolto a tutti gli studenti e le studentesse della città -scrivono ancora sui social i promotori della protesta- perché i nostri problemi e quelli degli altri studenti dipendono dalle stesse cause”.
Solo nella sede di via Marconi sarebbero diverse decine gli studenti rimasti all’interno per occupare la scuola, che anche negli striscioni appesi alle finestre puntano il dito anche contro la gestione dell’istituto da parte della preside: dalla scarsa pulizia delle aule agli ostacoli che verrebbero posti alla organizzazione delle assemblee studentesche, fino all mancata comunicazione di episodi di violenza all’interno della scuola.
“L’occupazione mi ha colto impreparata” ha spiegato a Repubblica la preside Teresa Pintori, aggiungendo che se la scuola è poco pulita è anche per come i ragazzi si comportano. La dirigente respinge anche l’accusa di ostruzionismo alle assemblee, precisando di avere proposto agli studenti una serie di disponibilità senza avere avuto risposta.
Gli occupanti, nel frattempo, hanno annunciato l’intenzione di presidiare la scuola anche di notte e di avere staccato il riscaldamento per non inquinare, arrangiandosi con coperte e altro. L’intenzione è anche di approfittare dell’occupazione per pulire i bagni e organizzare laboratori autogestiti. Per mercoledì 15 è in programma una assemblea alla quale sono invitati tutti gli studenti e le studentesse delle scuole di Bologna.