“Da parte mia non c’era la volontà di uccidere” lo avrebbe affermato uno dei cinque tunisini accusati, dalla Procura e dai Carabinieri di Bologna, dell’omicidio del connazionale 25enne. Delitto avvenuto il 12 luglio scorso in un’area ferroviaria dismessa in via Larga. Il tunisino è stato interrogato, su sua richiesta, dal pm titolare dell’indagine, Anna Cecilia Maria Sessa. Si tratta di uno dei primi due ad essere fermati a Ventimiglia. Assistito dal suo difensore, l’avvocato Stella Pancari, l’indagato avrebbe dato una propria versione dei fatt. Il delitto sarebbe nato da una lite per un orologio rubato dalla banda di tunisini che ha agito tra Bologna e Rimini. Due tunisini furono fermati subito, un terzo fu lasciato in libertà per mancanza di prove. Gli altri due invece erano riusciti a varcare il confine, dirigendosi in Germania dove, a metà gennaio 2023, sono stato fermati dalla polizia tedesca su mandato di arresto europeo richiesto dall’Autorità giudiziaria bolognese. Nei giorni scorsi sono arrivati in Italia.