Sono accusati di associazione a delinquere, oltre che di danneggiamento e imbrattamento, sette attivisti di area 'no vax' indagati a Bologna in una inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dal Procuratore Capo Giuseppe Amato e dal Sostituto Antonello Gustapane. Per mesi hanno preso di mira uffici pubblici, scuole e sedi di sindacati con raid vandalici nei quali sono state tracciate scritte su tematiche no vax, oltre che con frasi su nazismo sanitario, instaurazione di un nuovo ordine mondiale, intelligenze artificiali.

Si tratta di due uomini, di 37 e 39 anni, e cinque donne, di età compresa tra i 30 e i 59 anni, residenti fra Bologna e altre città del Centro–Nord, ritenuti parte di una struttura associativa denominata 'Guerrieri vivi', conosciuti per il simbolo (ispirato al film V per vendetta) della doppia “V” racchiusa in un cerchio di colore rosso.

Ieri gli agenti della Digos hanno eseguito 4 perquisizioni domiciliari a carico di alcuni degli indagati e in un locale nella periferia bolognese che era la base logistica del gruppo, sequestrando secchi di vernice rossa, estintori, torce, walkie talkie, bodycamera e droni. Trovati anche capi di abbigliamento, tute, scarpe, giacche con simboli dei 'Guerrieri vivi', striscioni e manifesti con scritte no vax e riferimenti al nazismo, zaini già pronti con dentro estintori, bombolette di vernice, megafoni, fionde e balestre.

Gli investigatori hanno ricostruito che le azioni del gruppo erano organizzate su chat Telegram, dove venivano realizzati anche propri programmi di reclutamento e addestramento. Negli ultimi giorni è stato intercettato dalla Digos un messaggio video, veicolato sulla stessa piattaforma, con immagini di Bologna e il titolo: 'V-V Sei pronto a esserci?'. Nel filmato viene suggerito agli attivisti di prepararsi a un evento in programma il 4 marzo: '24 ore prima saprete la città -si legge ancora- e vi forniremo i punti Gps per assistere al meglio all'azione'. Per il reclutamento, gli organizzatori agganciavano utenti no vax, scelti con criteri di sicurezza particolarmente raffinati, che poi coinvolgevano in azioni di sabotaggio o danneggiamenti. Una prima fase si sviluppava sul terreno digitale (la piattaforma Telegram) in cui gli affiliati venivano reclutati, indottrinati ed addestrati. Seguiva una seconda fase, in cui i nuovi attivisti venivano accompagnati dai promotori sugli obiettivi, per eseguire i danneggiamenti. Le indagini hanno documentato almeno 25 episodi attribuiti a questo gruppo, che hanno interessato principalmente la città metropolitana di Bologna. L’ultimo risale al 5 gennaio 2023 quando tre attivisti (due donne e un uomo residenti a Bologna, Modena e Ravenna) vennero sorpresi a imbrattare alcune vetrate del palazzo del Comune di Bologna di piazza Liber Paradisus con le scritte: “VAX x D” e “VAX E 5”. Tra gli altri episodi ci sono il danneggiamento, lo scorso giugno, di una sede Uil in via Serena a Bologna; di un palazzo della Regione a Bologna e una sede Cgil a Funo di Argelato a luglio; di due istituti scolastici fra Bologna e Casalecchio di Reno (il Belluzzi e una succursale del liceo Da Vinci) lo scorso dicembre.