A sei mesi di distanza dall'omicidio, e nonostante diversi leoni da tastiera siano già stati denunciati, non si sono fermati gli hater di Alessandra Matteuzzi e almeno altre cinque persone sono finite nei guai per aver offeso sul web la memoria della donna di 56 anni, uccisa lo scorso 23 agosto in via dell'Arcoveggio, a Bologna, dall'ex fidanzato Giovanni Padovani. Dopo la segnalazione, a ottobre, dei primi 25 utenti social alla Polizia Postale, nel fascicolo aperto dal pm Bruno Fedeli confluirà l'integrazione di querela presentata dai nipoti della vittima. I parenti di Alessandra richiamano l'attenzione su una serie di frasi ritenute offensive e diffamatorie, apparse sui social almeno fino a gennaio. Altre frasi sono invece di appoggio e sostegno nei confronti del comportamento dell'omicida 27enne Padovani. Diversi commenti si concentrano sulla differenza di età tra i due, insultando lei e in qualche modo giustificando la condotta dell'indagato. "Lui calciatore modello bello come il sole, lei 60 anni, narcisista, lo ha traviato e usato in tutti i modi", ha scritto per esempio il 25 ottobre su Instagram una donna, dicendo di essere un'amica di Padovani. In sostanza, i parenti di Alessandra chiedono ancora una volta alla Procura bolognese di agire contro gli autori delle parole di odio nei confronti della donna. Parole che ne hanno offeso reputazione e memoria, peraltro in un momento di particolare sconforto per la famiglia. Nel frattempo, dopo l'interrogatorio del 15 febbraio, la Procura ha chiesto il giudizio immediato per Padovani e a breve dovrebbe essere fissata un'udienza davanti alla Corte di assise, in primavera. L'accusa per il 27enne, che colpì a morte Alessandra con un martello e con una panchina, è omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo.