Per mesi non ha denunciato il compagno che la picchiava e, quando era costretta a farsi medicare al pronto soccorso, giustificava le lesioni con cause accidentali. I maltrattamenti subiti dalla donna sono stati però scoperti dai carabinieri che, grazie ad approfondimenti d'iniziativa, hanno avviato un'indagine che ha portato all'emissione di un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima, nei confronti di un operaio 52enne italiano.

I fatti sono avvenuti a Castel San Pietro, nel Bolognese. A insospettire gli investigatori è stata la segnalazione che una donna si era rivolta numerose volte al pronto soccorso per ferite compatibili con percosse, ma sempre giustificate con infortuni accidentali. Il 26 agosto scorso, durante l’ennesimo accesso in ospedale, la paziente non ha potuto nascondere che il trauma cranico, per il quale venivano refertati 8 giorni di prognosi, era stato provocato da un pugno che il compagno le aveva sferrato in un bar della cittadina. L'aggressione era avvenuta in presenza del gestore, che aveva assistito ai fatti. I carabinieri hanno approfondito la vicenda e scoperto che la donna subiva, quotidianamente, maltrattamenti e percosse. L'uomo l'avrebbe anche minacciata di morte con frasi come: 'Adesso chiamo i carabinieri così sentono in diretta mentre ti ammazzo.'

Il 52enne, residente in provincia di Ravenna, è stato rintracciato in un bar di Castel San Pietro e sottoposto alla misura cautelare del giudice.