Pretendeva che la moglie fosse ubbidiente e assecondasse i suoi desideri senza fare storie. E per questo, grazie anche all’aiuto del padre e del fratello, l’aveva tenuta segregata in casa per mesi, costringendola a subire percosse e anche ripetute violenze sessuali, oltre a tentare di farla abortire.
La vicenda, che venne scoperta nell’autunno 2019 a Crevalcore, nel Bolognese, arriva ora a un epilogo giudiziario perchè la condanna del marito violento, un 35enne di origine marocchina, è diventata definitiva. L’uomo, che dopo essere stato all’epoca arrestato era nel frattempo tornato a piede libero, deve scontare una pena residua di due anni e sette mesi ed è stato così portato in carcere dai carabinieri, che lo hanno rintracciato a Bologna. I reati per i quali è stato condannato sono maltrattamenti, lesioni personali e violenza sessuale.
“Vuoi uscire di casa solo per farti gli affari tuoi” era una delle frasi che la donna, una connazionale sui 30 anni, si sentiva rivolgere dal marito, che la considerava praticamente di sua proprietà e le impediva di uscire. Quando lei aveva scoperto di essere incinta, l’uomo l’aveva costretta a bere infusi a base di spezie, preparati dagli stessi familiari, con presunti effetti abortivi. Nella vicenda erano stati indagati anche il padre e il fratello di lui, che avevano ricevuto un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. donna che, dopo aver trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri per chiedere aiuto, era stata affidata a una struttura protetta.