Un soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso': così gli investigatori di Polizia di Stato e della Guardia di Finanza descrivono l'imprenditore 64enne Ciro Cuomo, raggiunto in mattinata da un decreto di sequestro di beni mobili, immobili e societari, oltre a conti correnti, per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Si tratta di una misura di prevenzione ai sensi nella normativa antimafia, proposta dal Procuratore di Bologna Giuseppe Amato e dal Questore Isabella Fusiello, nei confronti di un soggetto che negli ultimi 25 anni ha collezionato svariate denunce e arresti per reati contro la persona e il patrimonio, ricevendo anche condanne definitive nel 1998 e nel 2015. Nel corso del tempo l'imprenditore aveva costituito, acquisito e gestito, anche attraverso 'teste di legno' e prestanome, numerose attività commerciali operanti nel settore della ristorazione e della somministrazione di alimenti e bevande, molte delle quali in zona Saffi.

L'uomo era stato arrestato nel 2021 per i reati di bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, danneggiamento a seguito di incendio aggravato, tentata estorsione aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, vicende per le quali è attualmente in corso il processo. Tra i beni oggetto del sequestro di oggi, finalizzato alla confisca per la successiva restituzione alla collettività, ci sono una villa ad Arazachena, in Costa Smeralda, e l'abitazione in via Saffi a Bologna dove l'uomo risiede e dove in mattinata c'è stato un blitz di poliziotti e finanzieri. Inoltre le quote di quattro società e i relativi rami d’azienda, tra i quali un bar pasticceria fuori le mura della città, e quasi mezzo milione di euro in conti correnti e altre disponibilità. Gli investigatori hanno spiegato che sono in corso accertamenti per l’individuazione e la sottoposizione a sequestro di altre attività commerciali, che l'imprenditore è sospettato di avere gestito tramite prestanome.

L’indagine patrimoniale è stata svolta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Bologna insieme al 2° Nucleo Operativo Metropolitano della Finanza, che hanno ricostruito il profilo di 'evasore fiscale seriale' dell'imprenditore e una 'evidente sproporzione tra i redditi leciti prodotti e il patrimonio effettivamente nella sua disponibilità'. L’individuazione delle disponibilità finanziarie utilizzate per l’acquisto degli immobili sottoposti a sequestro -spiegano ancora gli investigatori- ha trovato conferma anche dall'analisi di un’istanza di condono fiscale formulata in passato dallo stesso imprenditore, dalla quale è emerso che l'uomo avrebbe omesso di dichiarare al fisco redditi per oltre 2 milioni di euro.