Ricerche online su 'come stordire una persona a mazzate' e sulle conseguenze in caso di arresto per omicidio. E poi appunti, nelle note del cellulare, con una lista di strumenti da usare: nastro isolante, martello, corda o forse meglio manette. Sono alcuni dei dettagli, inquietanti, trovati grazie agli accertamenti tecnico-informatici sul computer e sullo smartphone di Giovanni Padovani, il calciatore 27enne arrestato a Bologna per l'omicidio della ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, avvenuto il 23 agosto sotto casa della donna, in via dell'Arcoveggio. Nelle oltre 300 pagine di elaborato, contenuto nella consulenza tecnica depositata dal perito nominato dalla Procura di Bologna, sono segnalate tutte le ricerche digitate da Padovani: "stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione", "dove colpire una persona in testa per farla svenire", "posto migliore per nascondersi con una persona morta", "dove è più difficile rintracciare un cadavere", "con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare", e altre dello stesso genere. Padovani cercava anche informazioni in previsione di un probabile arresto: "Pena omicidio volontario, "Si può usare il cellulare in carcere", "quante volte si può andare a trovare un detenuto". E due giorni prima del delitto la ricerca: "per andare in Albania serve il passaporto". Agli atti dell'inchiesta c'è anche una chat con la madre, in cui il 27enne le raccontava di essere riuscito a trovare un sistema per controllare dal proprio dispositivo le immagini di videosorveglianza della casa di Alessandra. Altre frasi sono state trovate nelle note del suo cellulare. "La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente", scriveva il 2 luglio 2022. "Nastro isolante, martello, corda (meglio manette), fai chat inventata tra te e lei dove ti dice di venire a casa sua e portare manette". Queste ultime parole il giovane le scriveva il 20 agosto. Tre giorni dopo, il 23, Padovani attese effettivamente Alessandra sotto casa, dove la picchiò a morte con un martello e con una panchina. Tutti questi elementi sembrano confermare una pianificazione del gesto da parte di Padovani e non è escluso che a questo punto la Procura valuti di contestare anche la premeditazione. Nell'interrogatorio subito dopo l'arresto, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere, ma la dinamica lascia pochi dubbi. Quando Alessandra è stata aggredita era al telefono con la sorella, che ne ha sentito in diretta le grida. E gli esami medico-legali hanno concluso la donna è stata ammazzata con almeno venti colpi al volto e al capo, che le hanno provocato una dozzina di fratture. Meno di un mese prima, il 29 luglio Alessandra aveva denunciato l'ex compagno, per le persecuzioni subite.