Era il 13 luglio del 2019 quando aveva annunciato di essere malato di leucemia mieloide, nel pomeriggio la notizia della scomparsa.

“Dovevo partire per il ritiro ma ho detto a tutti che avevo la febbre. La cosa più difficile era farlo credere a mia moglie” – Una piccola bugia che si sperava non fosse troppo lontano da una realtà ben più drammatica. Quel giorno Mihajlović approfondì gli esami e scoprì di avere la leucemia. Un annuncio scioccante per tutto il mondo del calcio e non solo, ma che diede vita ad una catena di testimonianze di affetto e messaggi di forza per l’ex rossoblù.

Mihajlović il 13 luglio del 2019 in conferenza stampa per l’annuncio della sua malattia (Foto Bologna FC)

L’ultima uscita pubblica dell’allenatore risale all’1 dicembre, quando a sorpresa aveva partecipato alla presentazione dell’autobiografia di Zeman, sbucando alle sue spalle all’inizio dell’evento.

Mihajlović si è allontanato dai campi da calcio solo il 6 di settembre 2022, dopo che il suo Bologna aveva pareggiato in trasferta contro lo Spezia per 2-2. L’interruzione del rapporto durato tre anni e mezzo tra il serbo e la dirigenza era arrivata a causa dei risultati sportivi suscitando la critica di parte dell’opinione pubblica.

Il Bologna in estate aveva comunque deciso di continuare il percorso con Mihajlović, anche se il 26 marzo 2022 era arrivato il nuovo annuncio in conferenza stampa del secondo ricovero nel reparto di ematologia del Sant’Orsola, per poi ritornare in panchina a fine stagione per la gara in trasferta contro il Venezia.

Mihajlovic al ritorno in panchina nella gara contro il Venezia l’8/5/2022 (Foto Bologna FC)

IL PRIMO RITORNO IN PANCHINA – Stadio Marcantonio Bentegodi, quello con il percorso più lungo tra area tecnica e spogliatoi. 27 agosto 2019, prima gara di campionato tra Hellas Verona e Bologna. Mihajlović aveva promesso ai suoi giocatori che alla prima li avrebbe condotti dalla panchina. E così ha fatto. Provato fisicamente e segnato dal pesante percorso di cure. Le scale “che sembravano non finire mai”, aveva detto, per arrivare fino alla panchina, in un gesto che è diventato simbolo di coraggio a livello mondiale.

Mihajlović raggiunge l’area tecnica del Bentegodi e fissa il terreno di gioco (Foto Bologna FC)

LA SORPRESA – Mihajlović ha inventato il ruolo di allenatore da remoto, un’assoluta novità nel mondo del pallone. Nonostante le cure da seguire, non ha mai voluto abbandonare la sua squadra, così, tramite la tecnologia, ha istruito il suo staff tecnico coordinandolo dal suo letto d’ospedale.

Miroslav Tanjga, amico fraterno e allenatore in seconda, Emilio De Leo, il “tattico” della squadra, la voce dell’allenatore in supplenza a Mihajlović. E tutto il resto dello staff a guidare la squadra. Un lavoro di gruppo che presto dà i suoi frutti. 15 settembre 2019: il Bologna è sotto 3-1 in casa del Brescia all’intervallo. La squadra si stringe attorno al proprio allenatore e nella ripresa la vince 3-4. Di sera, al ritorno dalla trasferta, la squadra fa capolino sotto alla sua finestra dell’Ospedale Sant’Orsola. E’ una sorpresa graditissima ed emozionante.

LA RICADUTA – “Di solito le ricadute avvengono nei primi 2-3 anni”, aveva detto il Dottor Michele Cavo a Repubblica. E così è stato. Il 26 marzo 2022, l’allora allenatore rossoblù aveva convocato una conferenza, tra lo sgomento generale e il gelo dei giornalisti presenti, per confermare la ricomparsa della malattia del sangue.

Siniša Mihajlović il 26/3/2022 annuncia il nuovo ricovero

“Questa malattia dev’essere molto coraggiosa per avere ancora voglia di affrontare uno come me”. Con la solita ironia, Mihajlović aveva mandato un avvertimento alla leucemia, provando a “giocare d’anticipo”. Tre giorni dopo viene ricoverato. Ad aprile vince il premio come allenatore del mese continuando a lavorare dal suo letto d’ospedale, venendo poi dimesso il 2 maggio 2022 dall’Istituto Seragnoli. La domenica dopo subito in panchina. Basta questo per capire chi fosse Siniša Mihajlović.