Non si ferma a Bologna l’ondata delle occupazioni. Questa mattina, un collettivo ha annunciato di avere preso possesso di un capannone in via Stalingrado 31. Si tratta di una palazzina e un ampio cortile nell'area della vecchia sede del mercatone uno, vuota dal 2011 e già occupata anche nel 2015, allora dal collettivo Hobo. Il terreno, nel lotto compreso tra viale Aldo Moro, via Cesare Gnudi e via Stalingrado, risulta di proprietà di Unipol ed è al centro di un piano di riqualificazione che prevede, con lavori a partire da giugno 2023, la realizzazione di un nuovo complesso a uso residenziale: abitazioni -si legge nel sito del Comune di Bologna- ma anche bed and breakfast, e affittacamere, oltre af attività di pubblico esercizio.
Gli occupanti scrivono infatti di avere scelto questo luogo non per caso: “Su questo spazio, abbandonato da più di 10 anni esiste un progetto che prevede la destinazione del 69% dell’area ad affittacamere e Bnb. Se queste sono le opzioni (sovrapprezzate e inaccessibili) offerte a Bologna in piena emergenza abitativa -scrivono in un post pubblicato sul blog Infestazioni- decidiamo di destinare parte dello stabile al bisogno di un gruppo di compagn? che si stanno trovando senza una casa.”
“Per noi l’occupazione è un mezzo e non il fine -scrivono ancora gli attivisti- e scegliamo di occupare per far cadere il velo di ipocrisia dell’amministrazione bolognese a trazione PD, l’ipocrisia di una giunta che si narra ecologista ma che promuove il passante, e che, dopo gli sgomberi degli ultimi mesi, fingeva di aprirsi alle necessità della lotta per la casa, ma che pochi giorni fa ha ordinato lo sgombero di via Oberdan 16.”
In un volantino, gli attivisti annunciano per il finesettimana un’assemblea di coordinamento, pasti di autofinanziamento e un djset per la serata.