Manganellate, spintoni e un funzionario di polizia ferito, il dirigente della divisione polizia amministrativa della questura Vincenzo Frontera, colpito in pieno viso durante gli scontri fra le forze dell'ordine e gli attivisti del collettivo Cua. E' la mattinata di tensione che si è vissuta in via Oberdan, nel pieno centro di Bologna, durante le operazioni di sgombero dello storico palazzo del Quattrocento, Casa Felicini Giovannini, che a fine ottobre era stato occupato dal collettivo universitario Cua, per farci vivere studenti senza casa e protestare contro il caro affitti. Le forze dell'ordine sono arrivate poco prima delle 7 per liberare l'edificio, di proprietà dell'università e in disuso da anni. Dentro c'erano a quanto pare non più di una decina di giovani, fatti uscire dai poliziotti, mentre tre sono poi riusciti a salire sul tetto dove si sono asserragliati per resistere allo sgombero. In una via Oberdan blindata, con accessi presidiati da agenti e carabinieri, si è rapidamente creato un capannello di attivisti che più volte hanno tentato di sfondare il 'muro' delle forze dell'ordine. Un primo momento di tensione c'è stato al passaggio di un'ambulanza chiamata dagli stessi attivisti per verificare come stessero i ragazzi ancora all'interno dell'edificio: hanno cercato di passare e si sono scontrati con gli agenti che li hanno respinti. Verso mezzogiorno, una nuova sequenza di scontri questa volta all'altezza di via Albiroli: ancora una volta, gli attivisti hanno cercato di rientrare nell'edificio appena sgomberato e in questa fase è rimasto ferito a un sopracciglio il dirigente, che si è fatto medicate al pronto soccorso del Sant'Orsola. Tra cori e insulti alle forze dell'ordine, i manifestanti continuano a contestare le modalità dello sgombero.

Sempre stamattina un altro collettivo, Cambiare Rotta, ha annunciato sui social di aver occupato un'aula universitaria in via Filippo Re. Nessun commento sullo sgombero da parte del sindaco Matteo Lepore, interpellato a margine di una conferenza stampa.