Mettere a contatto medici non vaccinati con pazienti fragili, ad esempio nelle Rsa o nei reparti con trapiantati, in cui il Covid potrebbe presentare rischi, sarà un problema'. A dirlo è il presidente dell'Ordine dei medici di Bologna, Luigi Bagnoli, che ha fatto il punto con l'agenzia Dire sullo stop all'obblico vaccinale per gli operatori della sanità. A Bologna e provincia, Imola compresa, sono circa 150 i medici non vaccinati contro il Covid che da oggi sono rientrati in servizio a seguito del provvedimento varato lunedì dal Consiglio dei Ministri. L'Ordine dei medici ha spiegato, in una nota, di avere preso atto "della intervenuta inefficacia dei provvedimenti di sospensione” e di aver "provveduto, in via immediata" a emendare le annotazione a carico degli iscritti agli albi che erano stato sospesi per l'inadempimento degli obblighi vaccinali. Un provvedimento che di fatto revoca la sospensione. Nel Bolognese si parla appunto di poco più di 150 medici: il 40% sono dipendenti delle aziende sanitarie o convenzionati, i restanti sono odontoiatri e liberi professionisti. Spiegando che la norma anticipa di due mesi la fine del provvedimento precedente, in scadenza il 31 dicembre, Bagnoli si dice convinto che “dal punto di vista medico ci potrà essere qualche rischio fare convivere i medici non vaccinati con pazienti fragili. Tuttavia -ha ammesso- "in questo momento non siamo più nelle stesse condizioni pandemiche di quando fu adottata la legge sull'obbligo vaccinale e dunque è comprensibile cambiare atteggiamento.

Resta il fatto, però, che "dal punto di vista culturale i medici che non riconoscono il valore del vaccino sono un problema serio -ha detto ancora Bagnoli, per il quale “togliere l'obbligo vaccinale al personale sanitario è anche un messaggio negativo verso la popolazione, perchè sembra che il vaccino non sia così importante, quando invece lo è".