I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno denunciato 44 persone che ricevevano indebitamente il Reddito di Cittadinanza, tutti residenti nei quattro campi ROM tra Bologna e San Lazzaro di Savena.

L’attività investigativa svolta dai militari in forza al 1° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna, ha preso il via dal riscontro di una indebita percezione del Reddito di Cittadinanza da parte di una cittadina di origini rumene che ha omesso di comunicare di essere agli arresti domiciliari, insieme ad un altro membro del proprio nucleo familiare.

In seguito, i controlli sono stati estesi ad altri 87 nuclei familiari residenti all’interno dei campi ROM, al termine dei quali sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica 44 soggetti, che hanno omesso di indicare nell’ambito della propria Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), dati essenziali, fondamentali per l’esatto calcolo dell’importo relativo all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).

Lo stratagemma ha consentito agli interessati di percepire indebitamente il sussidio, nonostante l’obbligo di comunicare all’I.N.P.S., entro 30 giorni, le variazioni del reddito o del patrimonio nonché le altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio.

In particolare, sono state riscontrate significative differenze tra quanto indicato nelle autocertificazioni e quanto invece è emerso dalle interrogazioni informatiche e dai riscontri eseguiti dai militari presso gli uffici anagrafici dei Comuni di residenza.

Diverse sono state le irregolarità riscontrate nel corso delle indagini, come ad esempio l’omessa comunicazione dei redditi percepiti, la corretta composizione del nucleo familiare, le omesse indicazioni riferite allo svolgimento di attività lavorativa ed il possesso di autovetture da parte dei componenti del nucleo familiare.

I 44 indebiti percettori del citato beneficio economico, che in alcuni casi arrivavano a percepire anche importi sino a 1.200 euro mensili, sono stati quindi denunciati alla Procura della Repubblica di Bologna per i reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, rischiando la pena della reclusione da due a sei anni.

Successivamente tali soggetti sono stati segnalati alla Direzione Provinciale dell’INPS di Bologna, per l’immediata revoca dell’erogazione del beneficio ed è stata attivata la procedura per il recupero delle somme erogate che, allo stato, ammontano complessivamente a circa 850 mila euro.