Nel carcere bolognese della Dozza c'è una "cronica mancanza d'acqua", dovuta a problemi legati da tempo alle tubature della struttura e che in un periodo di caldo estremo come in questi giorni aggrava ancora di più la situazione. Lo denunciano i sindacati di polizia penitenziaria, evidenziando come questo stia creando tensioni ed esasperazione fra i detenuti, con il rischio di conseguenze più serie anche per la sicurezza. "Nelle ultime ore abbiamo dovuto assistere ad episodi che mai erano accaduti nell'Istituto – sottolineano i sindacati Sappe, Osapp, Uil Pa, Sinappe, Fns Cisl, Fsa Cnpp, Uspp e Fp Cgil– con un consistente numero di detenuti del terzo piano giudiziario che, a causa dalla mancanza d'acqua, avrebbero provato ad approfittare dell'immissione al campo sportivo, per usufruire delle docce, causando attimi di confusione, che hanno rischiato di compromettere la sicurezza del personale presente". Il problema della scarsa erogazione dell'acqua, spiega Nicola D'Amore del Sinappe, "è una questione storica alla Dozza, per via delle tubature molto vecchie e della pressione. A volte si è costretti quindi a chiudere l'erogazione in alcuni settori per far arrivare l'acqua in altri. Quando ai detenuti non arriva l'acqua devono comprarla, oppure, come è successo anche in questi giorni, chiediamo ad Hera di rifornirci con dei sacchi d'acqua. La nuova direttrice -prosegue D'Amore- si sta dando molto da fare, ma non basta". A tal proposito i sindacati chiedono all'Amministrazione penitenziaria e a tutte le autorità competenti, "di assumere scelte coraggiose, come la temporanea chiusura dei reparti interessati dal grave disagio dovuto alla mancata erogazione di acqua, per permettere tutti gli interventi necessari a sanare una situazione che, diversamente, potrebbe sfociare in qualcosa di molto più serio con le immaginabili conseguenze che ricadrebbero, come sempre, sul personale di polizia penitenziaria".