Era un affare di famiglia il 'giro' di prostituzione smascherato a Bologna dalla polizia, che ha sequestrato un appartamento di proprietà in zona Bolognina, adibito a luogo d'incontro fra le ragazze e i clienti, ed eseguito 4 misure cautelari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Agli arresti domiciliari sono finiti marito e moglie, lui bolognese di 42 anni e lei venezuelana 50enne, mentre i due figli della donna, un ragazzo e una ragazza di 25 e 20 anni, hanno ricevuto un divieto di dimora. Il giro d'affari era ingente e stimato in almeno mezzo milione di euro negli ultimi 3-4 anni, soldi realizzati sfruttando una ventina di giovani donne fatte arrivare dal Sudamerica con la falsa promessa di un lavoro. L'indagine ha rivelato che le ragazze -due tre per volta nell'appartamento- erano controllate 24 ore su 24 con un sistema di videocamere installato nell'appartamento, in modo da accertare che gli incontri con i clienti non durassero più di 10 minuti. La raccomandazione infatti era a farne il più possibile, fino a 50 al giorno. Ogni prestazione costava 50 euro, di cui solo 10 restavano alla ragazza mentre il resto finiva in tasca agli sfruttatori. Fra l'appartamento a Imola dove abitava la famiglia e quello in Bolognina usato per gli incontri, la polizia ha sequestrato circa 7 mila euro in contanti. L’inchiesta è partita lo scorso novembre dalla denuncia di due ventenni venezuelane.

Nel video il blitz della polizia nell'appartamento in Bolognina e le parole del dirigente della squadra Mobile Roberto Pititto