Per la terza volta Roberto Savi, capo con il fratello Fabio della Banda della Uno Bianca, ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica. La richiesta, redatta personalmente dall'ergastolano che è detenuto nel carcere di Bollate, è stata trasmessa dal tribunale di Sorveglianza di Milano alla Procura generale di Bologna, che ha espresso parere contrario. Un 'no' arrivato attraverso la procuratrice reggente, Lucia Musti. Roberto Savi, ex poliziotto, è in carcere dal 1994, quando furono arrestati i componenti del gruppo criminale, tra cui anche i suoi due fratelli, Fabio e Alberto. La banda, composta per cinque sesti da poliziotti, uccise 24 persone tra Bologna, la Romagna e le Marche e ne ferì oltre 100. Roberto Savi, che finora non ha mai avuto benefici, aveva già fatto istanza di grazia nel 2005 e poi ancora una volta nel 2018: anche in quel caso la Procura generale di Bologna diede parere contrario.

"La vera grazia è se lo tengono dentro". Non usa mezzi termini Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca, di fronte alla notizia che Roberto Savi ha chiesto per la terza volta la grazia. "Noi non vogliamo vendetta, vogliamo giustizia, e sono contenta che la Procura abbia dato parere negativo. Non si possono perdonare persone che hanno commesso crimini così crudeli".