In due capannoni, uno nella zona industriale di Bologna l’altro a Castel San Pietro, venivano coltivate circa 600 piante di cannabis e nascosti 165 chili di marijuana essiccata, contenuti in sacchi di grandi dimensioni. Da ogni pianta, di circa 40 centimetri ognuna, secondo una prima stima dei carabinieri, si potevano ottenere 750 grammi di sostanza stupefacente che, se immessi sul mercato, avrebbero potuto fruttare oltre quattro milioni e mezzo di euro. A scoprire tutto sono stati i militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Giovanni in Persiceto che, insieme ai colleghi forestali, hanno arrestato un 31enne e un 47enne, entrambi italiani e residenti nel Bolognese, e denunciato altre cinque persone: tutti dovranno rispondere di coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Le pattuglie, coordinate dal pm Michele Martorelli, hanno condotto accertamenti sequestrando i due capannoni, che secondo quanto ricostruito erano le ‘basi’ logistiche dell’attività di spaccio (la sostanza riforniva Bologna e provincia), tre negozi e un rifornitore automatico in città. Le attività di coltivazione e spaccio, secondo i carabinieri, erano in corso da 3-4 mesi, sequestrati anche, a casa di uno degli arrestati, 29 chili di hashish, 3 chili di semi di cannabis, materiali per confezionare la sostanza stupefacente e 16mila euro in contanti.