Il difensore del sedicenne accusato dell’omicidio della coetanea Chiara Gualzetti, uccisa il 27 giugno dello scorso anno a Monteveglio, ha chiesto la revoca del carcere e la sostituzione della misura cautelare con il collocamento in una comunità. Una richiesta, rivolta al tribunale per i Minorenni di Bologna a cui si oppone la famiglia della giovane vittima. L’avvocato che assiste i genitori di Chiara, Giovanni Annunziata ha infatti eccepito che non sussiste a suo avviso nessun elemento per dire che si sono attenuate le esigenze cautelari, “per una persona – ha detto all’ANSA – accusata di un reato gravissimo e con una perizia psichiatrica che l’ha dichiarato capace di intendere e di volere”. Chiara fu picchiata e accoltellata dall’amico ai margini di un bosco vicino all’Abbazia. Per il ragazzo, che aveva confessato il delitto dicendo di aver sentito “voci” e “demoni”, è fissata un’udienza il 15 giugno, dopo la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura. “La controparte ha chiesto la revoca della detenzione carceraria in cambio di una comunità”, ha scritto su Facebook Vincenzo Gualzetti, il padre di Chiara. “Sarò io fuori di testa ma a voi sembra tutto normale dopo quello che è successo, ma soprattutto dopo l’esito delle perizie psichiatriche? Io personalmente sono senza parole”.