Il 27 dicembre 1990 la banda della Uno Bianca uccise nel giro di pochi minuti due cittadini di Castel Maggiore, Luigi Pasqui, 50 anni, nel corso di una rapina a un distributore, e Paride Pedini, che di lì a due giorni avrebbe compiuto 33 anni, davanti alla propria abitazione dove i killer stavano cambiando l'auto. Oggi il Comune di Castel Maggiore li ha ricordati nel parco in cui sorge il monumento a loro dedicato, nella frazione di Trebbo di Reno, con la deposizione di una corona alla presenza della sindaca Belinda Gottardi, della presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime Rosanna Zecchi, dei carabinieri e della polizia locale. Corone sono state deposte anche nei luoghi in cui sorgono le targhe dedicate a Pasqui e a Pedini. Hanno assistito alla commemorazione anche i familiari delle vittime, tra cui Davide Pasqui (figlio di Luigi Pasqui) e Manuela Fiumi (moglie di Paride Pedini). La sindaca ha ricordato inoltre che Castel Maggiore è stata teatro anche dell'omicidio dei carabinieri Cataldo Stasi e Umberto Erriu il 20 aprile 1988. 

"Avrete sentito di quello che è successo, che Fabio Savi scrive delle lettere. Io non dialogo con gli assassini, l'ho sempre detto, per me loro sono morti, come hanno ucciso i nostri familiari, loro sono morti per me. Penso che sia così per tutti". Lo ha detto Rosanna Zecchi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca. "Tutti hanno detto: noi non perdoniamo. Mi dispiace, perché ormai sono 30 anni e di conseguenza possono anche uscire dal carcere, questo lo so per certo. La giustizia glielo permette. Io gli darei un ergastolo per ogni vittima che hanno fatto". A margine, la presidente dell'associazione ritorna sulle missive di Savi: "So che Fabio Savi ha scritto questa lettera tramite il suo avvocato, però ho fatto finta di non vederla. Non l'ho voluta neanche vedere". Sulla possibilità che Fabio esca dal carcere è netta: "Vuole uscire dal carcere perché dice che lo trattano male. A me non interessa. Se lo merita, tutto lì. Non c'è dubbio che abbia pena o compassione, l'ho già detto e ripetuto tante volte: io non perdono. So che le carceri sono piene di gente, però questi sono stati veramente crudeli. Gente che ci doveva tutelare ci ammazzava, è una cosa grossa. Io più ci penso, più mi arrabbio".