Una lettera scritta “con la pancia”, che e’ suonata come “un atto di accusa e di sfiducia” nei confronti dei medici di base. Cosa che invece “assolutamente non e'”. Si scusa cosi’ Pierluigi Viale, virologo del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, per la missiva inviata ieri nella quale denunciava un aumento di pazienti con infezione severa da Covid nei Pronto soccorso cittadini, a causa di una cura con cortisone prescritta con troppo anticipo. Nella lettera, i virologi del Sant’Orsola hanno puntato il dito contro i medici di famiglia, che hanno risposto parlando di messaggio “diffamatorio” e respingendo le accuse. Da qui la lettera di scuse di Viale, pubblicata in accordo con l’Ordine dei medici di Bologna. “Ritengo doveroso scusarmi a nome dell’equipe della Unita’ operativa di Malattie infettive per i toni dell’alert che e’ stato inviato ieri all’Ordine dei medici- scrive Viale- relativo alle nostre preoccupazioni inerenti l’utilizzo della terapia steroidea nelle fasi precoci di malattia. Stiamo vivendo giorni molto difficili e logoranti per cui scusateci se abbiamo parlato ‘con la pancia’, trasformando la normale dialettica scientifica tra professionisti in un testo che e’ suonato come un atto di accusa e di sfiducia nella professionalita’ dei tanti colleghi che stanno combattendo con noi”. Viale ci tiene a “ribadire con forza che non e’ assolutamente cosi’ e che da parte nostra permane una fiducia assoluta nel prezioso lavoro che la medicina di comunita’ svolge e svolgera’ in futuro nella battaglia contro Sars-Cov-2”. Pero’, aggiunge Viale, e’ “altrettanto vero che l’unita’ operativa di malattie infettive garantisce fin dai primi giorni dell’epidemia un supporto costante, culturale e operativo a tutti coloro che sono coinvolti nella battaglia. Quindi riteniamo che fare sentire la nostra voce sia un dovere”
Ad oggi, sottolinea ancora Viale, “non esistono reali presidi terapeutici efficaci contro le prime fasi di malattia”, quella cioe’ che i medici di famiglia intercettano, e “disponiamo di terapie efficaci solo nella fase immuno-mediata che normalmente si configura dopo piu’ giorni di fase virale”. Per questo, spiega il virologo del Sant’Orsola, “il tempismo nella somministrazione dei farmaci e’ centrale ed e’ per questo che una somministrazione troppo precoce di steroide e’ considerata inutile da tutte le societa’ scientifiche che si sono espresse in tal senso. E’ difficile gestire un paziente malato senza armi, me ne rendo perfettamente conto- ammette Viale- ma oggi il medico di medicina generale deve accettare questo ruolo tanto ingrato quanto fondamentale: essere la vedetta che intercetta il nemico e ne monitorizza il comportamento, pur senza avere armi per combatterlo”. Il primario del Sant’Orsola si augura dunque che “la ricerca scientifica ci metta a disposizione farmaci efficaci contro la fase virale della malattia, sia che si tratti di nuovi antivirali sia di anticorpi monoclonali, ma per ora ci dobbiamo rassegnare a questa situazione”. Infine, ci tiene ad aggiungere Viale, “poiche’ ogni difficolta’ deve diventare una lezione per migliorarci, vorrei che la parola alert diventasse sinonimo di migliore collaborazione”. Per questo propone all’Ordine dei medici e alla Ausl che “l’alert diventi una pillola di cultura, una rapida e concisa occasione di informazione e formazione periodica sull’evoluzione delle conoscenze relative alla gestione della malattia da Sars-Cov-2. Ci sono tanti giovani medici intorno a me che sarebbero ben felici di mettersi al servizio di questo sforzo”, assicura Viale.
